Elena e io ci siamo imbattute in Yayoi Kusama nel medesimo istante, a Parigi nel 2011 presso il Centre Pompidou. Le sue opere che difficilmente possono passare inosservate, si fusero con quello che fu uno dei più bei nostri momenti assieme. Entrammo nella sua camera delle luci e immediatamente decidemmo di sapere ogni dettaglio della vita di quest’artista.
Iconica già nella sua immagine, Yayoi Kusama nasce nel 1929 a Matsumoto nella prefettura di Nagano. Studia la pittura Nihonga, stile dal grande rigore formale. I suoi dipinti, collage, sculture morbide, performance e installazioni condividono tutti il ricorso quasi ossessivo alla ripetizione, al puntinismo, all’accumulo.
Tutta la sua produzione è così importante e di impatto che ha oltrepassato le correnti artistiche ed è approdata al cinema e alla moda. Si pensi alla collaborazione nel 2012 con il designer Marc Jacobs per il brand di moda Louis Vuitton, o all’incontro con Peter Gabriel per il video “Love Town” del 1994 , in cui tutte le sue ossessioni prendono forma.
La sua opera è spesso un’allucinazione come ammesso dalla stessa Kusama che già in tenera età ha sperimentato allucinazioni e gravi pensieri ossessivi e lottato a lungo con la malattia mentale. Sin dall’inizio della sua carriera, Yayoi Kusama ha iniziato a ricoprire intere superfici – pareti, pavimenti, tele, e più tardi, oggetti per la casa e persino modelli umani – con i pois che sarebbero diventati il suo marchio di fabbrica.
Lasciato il Giappone all’età di 27 anni, Kusama parte alla volta di New York, dove rapidamente diventa leader del movimento d’avanguardia. Famosi i suoi eventi di grandissimo impatto organizzati in punti iconici della città, come Central Park e il ponte di Brooklyn, che spesso coinvolgono la nudità per protestare contro la guerra del Vietnam. Torna in Giappone nel 1973 a causa di problemi di salute. Approda nel 1993 alla Biennale di Venezia con la sala degli specchi in cui le zucche fanno da protagoniste. Le sue opere attualmente sono esposte nei più importanti musei di tutto il mondo il Museum of Modern Art di New York, il Tate Modern a Londra e il National Museum of Modern Art di Tokyo.
Dal 1977 vive nell’ospedale psichiatrico Seiwa, recandosi quotidianamente nello studio a Shinjuku per dipingere. Nell’ottobre 2006, Yayoi Kusama è diventata la prima donna giapponese a ricevere il Praemium Imperiale, uno dei più prestigiosi premi del Giappone per artisti riconosciuti a livello internazionale. Yayoi Kusama detiene il record per il prezzo più alto pagato per un’opera di un’artista donna vivente. A 88, con due nuove mostre, è più impegnata che mai nella sua produzione artistica.
A polka-dot has the form of the sun, which is a symbol of the energy of the whole world and our living life, and also the form of the moon, which is calm. Round, soft, colourful, senseless and unknowing. Polka-dots can’t stay alone; like the communicative life of people, two or three polka-dots become movement… Polka-dots are a way to infinity.
Non conoscevo questa artista! Grazie di avermela fatta scoprire e soprattutto che bel blog
Brave!
Ciao Terry!
La nostra Nunzia ci ha regalato un post stupendo!
Ciao Terry e grazie per essere passata da noi.
Anche per Elena e me fu una meraviglia imbatterci nelle opere di Yayoi Kusama, poi immagina che eravamo a Parigi al Centre Pompidou e puoi avere un quadro completo della magia!
Ci occupiamo sempre di artiste, imprendistrici, cuoche, scrittrici che amiamo quindi torna a trovarci 🙂