Sono appena rientrata dal Pisa Valdera Workshop, di cui vi avevo parlato in questo post, e non vedo l’ora di raccontarvi tutto quello che ho visto e scoperto nei miei quattro giorni in Toscana!
Inizio da un piccolo borgo che ha ottenuto la bandiera arancione, il marchio di qualità conferito dal Touring Club Italiano a quei piccoli centri che coniugano bellezza storico-artistica ma anche ambientale.
Lari è un paese di poche migliaia di abitanti, incastonato tra le colline della Valdera.
Se pensate che potrebbe essere noioso visitarlo, con le mie foto sono certa che cambierete idea.
Il borgo di Lari
Nell’antico passato Lari era conosciuto come il capoluogo delle Colline Pisane.
Dopo diverse vicissitudini, nel XV secolo passò sotto il governo fiorentino e ospitò i Vicari di nobili famiglie come i Medici, i Pitti, i Guicciardini. Il tira e molla con Pisa proseguì più volte, fino a quando Lari, nell’Ottocento, smise di essere un luogo di infami processi e si dedicò ai mercati, diventando un importante centro per il commercio e l’agricoltura.
Gli scorci incantevoli, immersi in un silenzioso e pacifico blu, conquistano immediatamente chiunque passeggi per il paese.
L’accoglienza dei larigiani è calorosa e festosa, i panorami colpiscono al cuore.
Io a Lari ci vivrei, anche perchè – non posso nasconderlo – lo stomaco ne esce appagato tanto quanto gli occhi. Ma questa è una storia che vi racconterò tra qualche riga.


Il Castello dei Vicari
Il punto di forza dell’architettura di Lari è nella sua roccaforte, che domina il paese dall’alto e dal centro. Nel Castello si svolgevano processi ai nemici, spacciandoli per pericolosi liberi pensatori e ribelli, così come le donne spesso venivano accusate di stregoneria e torturate fino alla confessione.
Dopo qualche anno di trascuratezza turistica, la struttura è stata restaurata e dotata di un sistema multimediale, con pannelli touchscreen e maxischermi, che accompagnano il visitatore, raccontando la lunga storia di quelle mura.
Mura che si dice ospitino un fantasma piuttosto arrabbiato. Tirando la campanella che troverete accanto alle prigioni, ascolterete la storia del giovane bracciante Giovanni Princi, detto il Rosso della Paola, che non si piegò al governo fascista e nel 1922 fu torturato fino a morire.
Da allora i larigiani lo sentono gridare e muoversi nelle stanze del castello.
Tutti i giorni della settimana potete visitare la rocca e cercare le tracce di Rosso.
Il Pastificio artigianale Martelli
Lari è un luogo di forti tradizioni culinarie.
Dal 1926 ospita il Pastificio Martelli, un’azienda a conduzione familiare che produce pasta di ottima qualità in poca quantità. C’è tanta umanità nel processo di lavorazione delle migliori semole di grano duro, ci sono le migliori trafile di bronzo che rendono la pasta ruvida e non c’è alcuna fretta nell’essicazione del prodotto. Ci vogliono 50 ore per avere una pasta perfetta, altamente digeribile, saporita e gustosa.
Da quando sono tornata me la godo la sera, condita con un filo d’olio e una spolverata di Parmigiano.
Mi sento una regina e rievoco il profumo dello stabilimento, un’esperienza olfattiva indimenticabile.
Cose buone da mangiare
Come vi dicevo poco fa, ho avuto modo di scoprire il calore accogliente dei larigiani e i prodotti tipici della loro terra.
Che dire di questa enorme pignatta di Pasta Martelli condita con il ragù toscano cucinato, a fiamma bassa e senza soffritto, con la divina carne della Macelleria Davide Balestri?
La vetrina della macelleria chiarisce fin da subito che gli insaccati sono di produzione propria, ma potevate avere qualche dubbio?
Nel caso, godetevi le foto del lauto buffet che Davide e la moglie ci hanno offerto, aprendoci le porte del loro negozio di via Trento e Trieste, a dieci passi dal centro di Lari.
Con cosa accompagnare salumi e carni di questa qualità?
Ovviamente con il pane fatto con farine non trattate e lievito di pasta madre dal panaio/pasticcere/pompiere Stefano Bernardeschi, personaggio dalle mani d’oro e dal carattere brillante, che mi ha raccontato la storia dei tre lieviti che utilizza per le sue preparazioni: Giuseppe, Osvaldo e… Patatina!
Se volete saperne di più, sul suo pane ma anche sulla colomba pasquale e i cantucci, non vi resta che andare a trovarlo in via 4 Novembre.
Un ultimo consiglio culinario?
Lari è famosa per le ciliegie e dal 1957 a fine maggio celebra il suo frutto prediletto con una sagra.
Datemi retta, passate dal paese in quei giorni, Davide e Stefano stanno preparando una sorpresa per tutti.
[articolo redatto da Elena Giorgi]
è il reportage che aspettavo 😀
E ne arriveranno altri nelle prossime settimane! Un viaggio davvero ricco di scoperte da raccontare.
wow, Lari sembra fatto apposta per me e mio marito, appassionati di Toscana, borghi, pasta, carne e salumi.
Ciao Elena, bella.
Ti penso con sincero affetto.
Lari è davvero incantevole e se, come me, la Toscana vi appassiona tantissimo, lunedì arriva un secondo post con un’altra chicca da scoprire!
Un bacio grande cara Sandra.
Grazie … vi aspettiamo per la sagra delle ciliegie con una bella sorpresa…
Davide, torno prestissimo e mangerò tutti i salami che hai in vetrina! 🙂